Da sempre i colori suscitano nell’essere umano reazioni emotive diverse. Dai brand ai film che guardiamo, gli schemi di colore scelti generano in noi emozioni diverse agendo a livello inconscio.
Bisogna quindi tenere in considerazione che nel design grafico, la scelta di determinate tipologie di colori può tanto attrarre alcune persone quanto repellerne altre.
I grandi brand prestano quindi molta attenzione al processo di scelta del colore. Alcune aziende sono state talmente abili nel definire i colori legati alla propria azienda che nella mente dei consumatori collegare un colore a un brand è un processo automatico.
Ecco quindi qualche punto chiave da tenere in cosiderazione durante il processo di creazione di un brand:
1. Target di riferimento
Conoscere informazioni come età e genere del target è indispensabile per calibrare la propria comunicazione. Ad esempio scegliere un colore come il rosa può dare buoni risultati se ci si rivolge ad un target di ragazze adolescenti, mentre lo stesso non si può dire se il target è di coetanei ma di genere maschile.
Quando si parla di colore il genere gioca un ruolo molto importante. Secondo i ricercatori della Arizona State University, gli uomini e le donne vedono il rosso in maniera diversa. I geni che aiutano a differenziare le diverse tonalità di rosso sono infatti connessi al cromosoma X, motivo per cui le donne possono più facilmente distinguere l’intero spettro del rosso.
Anche l’età può influire sulle preferenze relative ai colori. In “Color psychology and color therapy” di Faber Birren viene evidenziato come il blu e il rosso siano colori generalmente apprezzati in tutte le età. Lo studio dimostra inoltre che con il passare degli anni le persone tendono a preferire colori con un più breve lunghezza d’onda (viola, blu, verde) piuttosto di colori con una più ampia lunghezza d’onda (arancio e giallo).
2. Differente cultura, differente percezione del colore
Anche le origini e la cultura di un individuo influiscono sulla percezione di un colore. Prendiamo ad esempio il verde: in Italia si associa alla speranza, in Messico, di cui è colore nazionale, alla libertà. Nei paesi sudamericani tuttavia la chiave di lettura del verde è completamente diversa, esso rappresenta infatti la fitta vegetazione delle giunga, fonte per gli abitanti del posto di pericoli e morte.
Anche il bianco viene percepito diversamente nel mondo: in occidente si associa alla purezza, per le culture asiatiche rappresenta il lutto. Il giallo invece rappresenta in Germania l’invidia mentre in Egitto fortuna e felicità. Il viola rappresenta in Giappone il fato, in Brasile il lutto e via dicendo.
3. Combinazioni di colore e palette cromatiche
Il giusto modo di procedere quando si disegna e progetta un logo e quello di lavorare in bianco e nero o in scala di grigi. La struttura del logo deve essere infatti funzionale e leggibile anche in bianco e nero, e non dipendere da colori particolari. Ciò renderà il vostro logo più versatile e facilmente applicabile anche in contesti in cui non sia possibile utilizzare i colori (ad esempio la stampa su supporti particolari). Un logo che funziona bene in bianco e nero tendenzialmente funziona bene in qualsiasi colore. Basti pensare a brand come Nike, il cui famoso pittogramma viene declinato in mille colori e fantasie a seconda del capo di abbigliamento su cui viene applicato.

Per scegliere la combinazione di colori adatta a definire un logo e quindi un brand è possibile fare affidamento su numerosi strumenti, a partire dalla ruota cromatica. In questo articolo vi spieghiamo come creare una palette cromatica armoniosa grazie ad un tool online. Ricordate che ricorrere a colori analoghi comunica un tono più rilassato, gentile ed armonioso. Utilizzare invece colori complementari genera un effetto più vivace, dinamico e “drammatico”.
4. La regola dei tre colori
Come regola generale è bene ricordarsi di non utilizzare più di tre colori. L’impiego di molti colori, oltre ad aumentare i costi di stampa, può confondere l’osservatore.
I brand che desiderano più varianti del logo possono però decidere di seguire il trend dei loghi dinamici, ovvero loghi che mantenendo fissi alcuni elementi di base (come la forma), vengono declinati in colori, texture o pattern diversi.

5. I gradienti
Ultimamente l’utilizzo delle sfumature è tornato di gran tendenza, basti pensare al logo di Instagram. Tuttavia sono numerosi i brand che seguendo questa corrente stanno rinnovando il proprio design scegliendo linee minimal/flat e gradienti colorati. Unica pecca: non sempre la stampa rende giustizia alle sfumature che generalmente non risultano mai vivide e “potenti” come a schermo.

6. Design e colori accessibili a tutti
Buona parte della popolazione mondiale convive con condizioni visive che compromettono il riconoscimento dei colori. Se il logo è composto da più tinte è quindi importante cercare di creare un alto contrasto tra di essere per aumentare la leggibilità del logo.  Generalmente gli accostamenti che creano problemi sono blu e viola, verde e marrone, verde e rosso, verde chiaro e giallo, grigio e blu, verde e nero, verde e grigio. Con attenzione però potrete rendere il vostro logo accessibile e chiaro per tutti.
7. Colore RGB / CMYK
Molto spesso un colore che a schermo risulta brillante perde tutto il suo impatto una volta stampato. È importante quindi ricordare di fare delle prove di stampa prima di decidere il colore definitivo di un logo, preparando se necessario due file del logo diversi: uno per il web in Rgb ed uno per la stampa in Cmyk.

Dopo aver illustrato questi brevi consigli vi ricordiamo di non rinunciare al vostro istinto, la psicologia del colore può aiutare, ma se non siete convinti del risultato cercate opzioni alternative.
Sperimentate attenendovi alle regole e ricordate di studiare la vostra concorrenza, può essere uno spunto utile di confronto per capire quale direzione prendere!

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